8 dicembre 2010

Intervista a Dianora Tinti autrice de "Il Giardino delle Esperidi"

L'autrice

Dianora Tinti è nata e lavora a Grosseto. Laureata in Scienze Economiche all’Università di Siena, vive in Maremma.
Nel 2007 pubblica con successo il romanzo Il pizzo dell’aspide, appassionante storia d’amore giunta alla decima ristampa. Ottiene la Menzione d’onore al XIV «Trofeo Penna d’autore» 2008, il Diploma d’onore al «Folle Cupido» 2009, il II posto al Premio letterario «Città di Montecatini» 2009. Con Il Giardino delle esperidi ha vinto il Premio Speciale della Giuria al concorso nazionale «Il litorale» di Massa Carrara.

www.dianoratinti.it
www.ismagazine.it



Il libro

Sicilia, epoca contemporanea. Egle è una giornalista e la discendente di antica nobiltà siciliana. Durante alcuni lavori di ristrutturazione dell'antica dimora del casato, la protagonista ritrova tra gli oggetti appartenuti al nonno una lettera e una ciocca di capelli. L'iniziale curiosità la porterà a cercare di scoprire il mistero che si cela dietro questo misterioso ritrovamento. Ciò che Egle troverà sarà molto di più della risolusione di un enigma familiare. La protagonista si troverà faccia a faccia con le proprie origini, con i segreti talvota molto dolorosi che le famiglie nascondono e in fine con se' stessa. Questo viaggio, difficile e sofferto, la condurrà dunque alla ricerca di se' e l'aiuterà a fare luce nella propria vita. Egle si avvicinerà emotivamente ed affettivamente ai quei luoghi dalla bellezza selvaggia e secolare e ai loro abitanti, con le loro tradizioni e le loro storie. Ogni personaggio racchiude in sé un percorso unico, una moltitudine di sentimenti, di desideri e di aspirazioni. Ogni storia si unisce alle altre vicende umane dando vita a un intreccio di rara bellezza. Egle, alla fine, riuscirà a comprendere il segreto custodito da suo nonno per un'intera vita, a venire a patti col passato e ad aprirsi anche all'amore.



L'intervista



1) La Sicilia è il paesaggio in cui si svolge la storia sono luoghi suggestivi, quasi irreali nella loro antica bellezza. Come sei venuta in contatto con i luoghi descritti nel libro?

Il fatto è che i luoghi descritti li ho conosciuti soltanto recentemente, a Settembre u.s. per l’esattezza. Certo, conoscevo la Sicilia, ci ero già stata diverse volte, ma Marettimo, non la avevo mai vista. Quando sono stata sull’isola, alcune persone non credevano che avessi potuta descriverla così fedelmente, comprese le atmosfere, senza esserci mai stata. “Perchè l’ha scelta?” mi hanno chiesto. A dire il vero, lì per lì, non ho saputo rispondere; ci sono cose veramente inspiegabili. Ancora una volta ho scelto un avamposto solitario sul mare, apparentemente insignificante, come “luogo dell’anima” per i protagonisti del mio romanzo. Questa volta “il giro di boa” nelle loro esistenze è avvenuto a Marèttimo, l’antica Hiera - l’isola sacra -, sperduta nelle Egadi a largo di Trapani che coincide con l’esatto centro del Mediterraneo. Un posto di selvaggia bellezza dove la natura sembra rimasta incontaminata, come le memorie dei suoi abitanti…Cercavo un posto fuori dal mondo, impervio, selvaggio, al di là della “civiltà” e questa isola, che secondo le tesi non del tutto improbabili di alcuni studiosi sarebbe addirittura la mitologica Itaca di Ulisse, mi ha completamente rapito. E, visto che non rispondevo, sapete cosa mi hanno detto poi, quei signori di Marettimo? “Allora è vero: è Hiera che ha scelto lei!”


2) Egle, la protagonista, è una donna complessa, profonda, che conosce la vita. Come nasce questo personaggio? Quali punti avete in commune? In cosa si differenzia da te?

Nasce dalla sofferenza. I sentimenti degli esseri umani mi hanno sempre affascinato, formano un universo multiforme che contiene l’essenza dell’esistenza. Appena è uscito il romanzo, una giornalista di Firenze ha pubblicato, sul Corriere Fiorentino, inserto del Corriere della Sera, un bell’articolo sul libro mettendo in risalto l’aspetto autobiografico “Ricominciare a quarant’anni, racconto una donna simile a me.” In parte è’ vero: Egle mi somiglia abbastanza. Anche lei, come me e molte altre donne, ha dovuto fare i conti con un momento di svolta, di ripensamento e di bilancio. Ad un certo punto, quando hai un lavoro, una famiglia e delle certezze, prendi fiato rispetto ai traguardi che hai inseguito per tanto tempo e fai i conti con te stessa. Certo, è accaduto anche a me. Ed è quello che accade a lei. Però c’è di più: ho voluto, attraverso Egle, far vedere le possibili svolte esistenziali che ci vengono offerte, la possibilità di poter, in qualche modo, dirigere la nostra vita.


3) La figura del nonno: enigmatica, forte, intensa e, nel contempo toccante, con i segreti che da sempre si porta dentro. Raccontaci di lui…

Don Vito Armerina, direi una delle figure più belle, forse la più bella in assoluto: uno scrigno di tesori preziosi, soprattutto per l’anima. Un uomo del sud di altri tempi, profondamente legato al suo ruolo di signorotto e condizionato dalla cultura siciliana (ma poi, così lontana da quella di tutto il resto d’Italia?) ma che non riesce del tutto a far tacere gli aneliti più profondi del suo cuore. L’amore segreto per la sua Lucia segnerà tutta la sua vita e sarà proprio grazie a questo sntimento che riuscirà a fare il regalo più bello, l’ultimo, all’amata nipote, perchè i sentimenti veri vanno anche oltre la morte.


4) L’invidia, la rabbia e la menzogna, come in una tragedia, vengono impersonate soprattutto da figure femminili. Da dove nasce l’idea dell’intreccio che ci riporta in epoche ormai apparentemente passate?

Nasce dalla frequentazione che tutti noi abbiamo del genere umano. Il messaggio, comunque, non è negativo, anzi...alla fine ognuno pagherà per ciò che ha fatto di male. E’ un po' l’idea che ho dell’esistenza: in fondo dobbiamo per forza fare i conti con la nostra coscienza e questo è sempre stato, e sempre sarà, al di là di epoche e tempi.


5) La lettera, la ciocca di capelli… Si può sopravvivere a un segreto così? Come può essere il resto della vita per delle persone travolte da una vicenda struggente come questa?

Ci sono storie (Il mio “Il pizzo dell’aspide”, storia rigorosamente vera, né è una prova!) che superano qualsiasi fantasia. L’amore non si sceglie, non è un sentimento razionale: ci si innamora e basta! E come in tutte le cose, quando sei coinvolto, non ti accorgi delle mille difficoltà, delle sofferenze...sì, si può sopravvivere anche ad un segreto così, e che non sveliamo, naturalmente!!


6) Sembra che quando la meschinità e la gelosia prendono il sopravvento, i danni che arrecano e i dolori che portano coinvolgano tutti e non lascino “vincitori” ma solamente “sconfitti”...

Ne sono convinta. Purtroppo sono sentimenti che, in un modo o nell’altro, appartengono a ognuno di noi, sono veramente pochi ad esserne esentati. I primi sconfitti, comunque, sono proprio le persone gelose, invidiose, perché questi sentimenti negativi portano soltanto dolore, proprio come dicevi tu.


7) Le tradizioni e la forza degli affetti sono i punti chiave della vita. La vita ci insegna che non si può evitare di sbagliare e che a volte si commettono azioni di cui non andiamo fieri, ma che sono inevitabili. Perché vivere è anche sbagliare. Si impara quindi ad amare, a perdonare, a comprendere…

Certo. Io credo fermamente nel fatto che bisogna dare agli altri qualche opportunità in più. Con il passare degli anni e l’esperienza, poi, ci accorgiamo che le cose non sono sempre come appaiono, anzi...Nei miei romanzi parlo spesso di sentimenti, per me rappresentano l’unico scoglio al quale gli uomini si possono aggrappare per non affogare nel mare della vita. Fra l’altro, mi sono accorta, nel mio girovagare per l’Italia con i miei libri, che quando si vanno a toccare le corde del cuore siamo davvero tutti uguali, donne uomini, giovani vecchi, ricchi e poveri. I sentimenti sono l’unica cosa che accomuna tutti!


8) Il passato deve tornare per liberare il presente. Qual è il tuo rapporto col passato?

Un rapporto sereno. Quello che ci è accaduto non si perde mai, ci rimane dentro come bagaglio di esperienze ed emozioni, insegnamenti e lezioni di vita: insomma il passato siamo noi.


9) Leggendo “Il giardino delle Esperidi” talvolta sembra di essere in una fiaba…eppure i personaggi sono così reali...

Sì, mi piacciono molto le atmosfere oniriche e vagamente surreali. Secondo me se uno scrittore riporta soltanto la realtà nuda e cruda, non fa narrativa ma cronaca. A me piace offrire ai lettori momenti quasi di sogno, pur in una trama estremamente concreta.


10) Egle alla fine trova l’amore. Che cosa le ha permesso di aprirsi così tanto alla vita?

Nel suo caso la voglia di ritrovarsi, di ritrovare se stessa, la sua identità di donna e di persona. Un percorso lungo e difficile che ha comportato momenti di sconforto, di dolore, ma che alla fine le ha permesso di essere, finalmente, padrona del proprio destino.


Grazie per averci regalato un’altra grande emozione.

Io ringrazio voi. Parlare con il pubblico, con i lettori, è la cosa più bella per chi, come me, scrive. Grazie ancora.

2 Commenti a “Intervista a Dianora Tinti autrice de "Il Giardino delle Esperidi"”

  • 10 dicembre 2010 alle ore 11:23
    Anonimo says:

    Complimenti per l'intervista... sei una grande scrittrice! sei nel mio cuore e sei una guida spirituale generosa e delicata... una vera Donna di altri tempi, graziosa e ammabile ...
    Elena

  • 28 dicembre 2010 alle ore 13:12
    Anonimo says:

    Ringrazio Elena per le belle parole...sono felice di aver suscitato così belle emozioni. Grazie ! Dianora Tinti

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