22 settembre 2010

Intervista a Marilù Oliva, autrice di "Tu la Pagaras!"

L'autrice

Marilù Oliva è nata e vive a Bologna dove insegna lettere alle superiori. Prima di laurearsi ha fatto l'insegnante di salsa, l'autista di autobus e l'impiegata. Ha inoltre lavorato per diverse redazioni ed e' stata direttrice artistica di una rivista di musica e cultura latinoamericana e ha coordinato e presentato un programma televisivo per una rete locale, Rete8. Le sue passioni sono la salsa cubana e portoricana, sia in musica che in ballo, l' America Latina, Gabriel Garcia Márquez, Dante Alighieri, Catullo, i Borgia, cinema, fumetti, storia antica e contemporanea, letteratura noir (e non solo), giornalismo, web, criminologia. Marilù scrive narrativa e saggistica e legge tantissimo.



Il libro

Bologna. È quasi finita la notte quando, in una sala da ballo di salsa e merengue, viene ritrovato il cadavere del barista del locale, Thomàs Delgado. Molti sono i potenziali indiziati, prima tra tutti la Guerrera, fidanzata di Thomàs. Disincantata, scanzonata, impulsiva, un po’ vanitosa, un po’ maschiaccio, vera salsera, spirito combattivo, la Guerrera lavora presso una sorta di redazione-garage per un giornale diretto da un becero individuo. È guerriera di capoeira, l’arte marziale brasiliana nascosta sotto forma di danza, e oltre alla salsa ha due grandi passioni: Dante Alighieri e le patatine fritte. Vive con Catalina, l’amica cartomante, appassionata come lei di balli latinoamericani e santeria. Le indagini vengono condotte dall’ispettore Gabriele Basilica e si incrociano con quelle della Guerrera, che lo introduce nel mondo della salsa, svelandogliene fascino e incoerenze, verità e mistero. La ragazza a volte si contraddice, tanto che i sospetti cadono a più riprese su di lei. Infatti, avrebbe avuto molte buone ragioni per farla pagare a Thomàs, inguaribile sciupafemmine. Nel frattempo un altro cadavere viene ritrovato nella campagna emiliana: anche in questo caso la vittima è legata all’ambiente dei locali di salsa e merengue. E così, tra insegnanti di danza, animatori pugliesi che si spacciano per latinoamericani, ballerine bellissime e signore rifatte, esibizionisti, rituali religiosi affascinanti e arcani, storie di sesso torbido, gelosie e superstizioni, l’ispettore Basilica si trova catapultato in un mondo per lui inedito e pressoché incomprensibile. Però proprio dagli orishas, gli dei della santeria cubana, quando tutte le piste sembrano condurre solo a un vicolo cieco, verrà un aiuto inaspettato che porterà Basilica di fronte a una verità sorprendente...



L'intervista



1. Ciao Marilù, complimenti per “Tu la pagaras”, veramente bellissimo. Il tuo romanzo ci porta lontano, nella bellezza misteriosa di Cuba e dei suoi rituali. Da dove è nato questo interesse?

Grazie, Vittoria. L’interesse per Cuba e per la sua religione è puramente antropologico ed è nato quando all’università diedi un esame sul sincretismo religioso delle civiltà post-colombiane. Ciò che mi affascina di più del pantheon religioso cubano sono le caratteristiche degli orishas (sorti dall’incrocio tra i santi cattolici, le divinità africane degli schiavi yoruba e quelle degli autoctoni lucumì), che molto hanno in comune con le antiche divinità greche o romane: provano emozioni molto simili a quelle degli uomini: invidia, rabbia, amore.


2. La storia si svolge a Bologna, ma gli eventi si susseguono nel mondo delle danze caraibiche. Qual è stata la tua esperienza con il ballo?

È stata un’esperienza molto intensa che mi ha letteralmente rapita e che è inscindibile da quella musicale. Io ballo spesso e ascolto salsa quasi tutti i giorni.


3. Elisa “La Guerrera” è la protagonista. Che rapporto hai con lei? Ti somiglia?

Sì, mi assomiglia anche se siamo molto diverse. Fisicamente è piccolina come ma mentre io sono molto chiara (carnagione, occhi, etc), lei è scura. Ha gli occhi arabi e neri, i capelli scuri lunghissimi e il viso un po’ rovinato. Caratterialmente è l’esasperazione di quello che ero io a vent’anni, quando andavo a ballare la salsa: impulsiva, arrabbiata con un mondo non sempre giusto, azzardatrice. Lei regge l’alcol molto meglio di me e soprattutto è una vera guerriera di capoeira! Con lei ho in questo periodo un rapporto ossessivo perché sono alla stesura del secondo romanzo della serie appunto de “La Guerrera”: la penso spesso, la leggo spesso, delle volte pretendo da lei più del dovuto.


4. Elisa è forte e determinata ma anche profondamente umana, dolce, sensibile, con una spiccata propensione a mettersi nei pasticci. Raccontaci come è nato questo personaggio che si farà sicuramente amare sia dal pubblico femminile che da quello maschile.

Elisa Guerra esisteva già in un manoscritto risalente a un decennio fa. Un mistery di quattro amiche (esisteva anche il personaggio di Catalina) che non ho mai pubblicato. Ho deciso di estrapolare questi due personaggi perché secondo me erano i più forti, narrativamente parlando. La Guerrera, come hai sottolineato, presenta diverse ambivalenze: è profondamente umana ma anche cinica, dice di non credere in nulla ma si lascia suggestionare dai tarocchi di Catalina, fa il maschiaccio ma è vanitosa. La contraddizione è la metafora delle verità mancate: qui nessuno –figuriamoci io!- ha una verità da sbandierare.


5. Il tuo romanzo presenta una galleria di personaggi unici e interessantissimi, con dei soprannomi che riassumono una vita intera. Parlaci un po’ di loro.

I soprannomi sono tipici dell’ambiente latino. C’è chi se li sceglie con cura e con un pizzico di vanità, come El Tigròn dj. C’è chi invece se li trova suo malgrado appioppati, come il personaggio di El Pony. Lui è un dj strafottente, ignorante e irascibile che, credendo di fare una scelta ganza, aveva anni prima deciso di battezzarsi El Bonny. Ma, data la sua conformazione tracagnotta e la sua lunga testa equina, il suo nome è stato storpiato in El Pony appunto. È un personaggio molto buffo che si porta appresso nella console di ogni discoteca una pedanina sopraelevante, di quelle che usano gli atleti di ginnastica artistica. Poi c’è Princesa, ballerina venezuelana: portamento regale, bellezza ambrata frutto di secoli di incroci ben riusciti: una vera principessa, esteriormente, come dice il soprannome. El Cubano è un barese che si spaccia per cubano e io trovo questo individuo molto realistico: quante persone conosciamo, che fingono di essere quello che non sono? Quanti si rivestino di qualità o dettagli che non possiedono e si sentono davvero vivi solo quando portano avanti la loro pantomima?


6. L'ispettore-capo Basilica è un uomo tutto d’un pezzo che però, grazie alla protagonista, nel corso del romanzo inizierà a porsi delle domande sulla propria felicità. Nei tuoi libri la componente psicologica è sempre molto forte. Che cosa spinge Basilica a dubitare delle proprie scelte? Quanto incide, secondo te, la passione nella vita delle persone?

Incide molto se uno si lascia andare alla passione. Basilica si è ritrovato, verso i trentacinque anni, sposato con una moglie che non ama, cui si è unito per forza d’inerzia. Il lato negativo di Basilica è che è troppo dedito al dovere e questo gli ha fatto spostare l’attenzione da questioni molto importanti come l’amore o la soddisfazione personale. L’incontro con La Guerrera sarà sconvolgente, in questo senso, e salutare: lui almeno comincerà a porsi delle domande. Non è detto che arriveranno subito le risposte, però.


7. Può una passione cambiare il corso di una vita?

Come no! Non solo può cambiare il corso della vita, ma contribuisce a renderla molto, molto più piacevole.


8. Dante Durante è sempre presente, come una voce di fondo, a sottolineare, con la sua saggezza, che da sempre le vicende umane seguono dei percorsi quasi obbligati. E la musica delle salsa, in sottofondo, scandisce il ritmo di amori, illusioni, delusioni, speranze, malinconie, desideri. Un connubio perfetto. Da dove è nata l’ispirazione?

Dante è una mia grandissima passione fin dai tempi del liceo. All’università scelsi di sostenere due esami in filologia dantesca col professor Pazzaglia, esimio dantista. E oggi, grazie al cielo, ho modo di leggerlo spesso grazie al mio lavoro (sono insegnante di lettere). Nel romanzo Dante ha una funzione precisa: rappresenta la cultura seria, densa di umanità, costruttiva versus la cultura nozionistica di cui si ammantano alcune categorie di intellettuali/personaggi. Elisa è stata costretta a imparare la Commedia a mente, ma ha trasformato questa acquisizione puramente mnemonica in un alleato prezioso: ora Dante è sempre con lei, pronto a uscire, attraverso il suo pensiero, con qualche verso che le funge da farmaco in situazioni difficili. Alcuni passi di Inferno, Paradiso e Purgatorio sono per lei occasione di ricevere una pacca sulla spalla, un consiglio, di fare un sorriso.


9. Catalina è un personaggio chiave. Legge le carte, cucina divinamente e soprattutto conosce profondamente il cuore delle persone. Tutti noi vorremmo un’amica come lei. Come nasce questo personaggio.

Catalina esiste ed è inventata allo stesso tempo. Nasce, come ti ho sopra detto, in un precedente manoscritto e ha il nome spagnoleggiato della persona a cui mi sono realmente ispirata: Caterina. Della sua diretta ispiratrice Catalina ha diversi aspetti: tutto ciò che riguarda il rapporto col cielo e col soprannaturale l’ho ripreso dalla realtà. La mia amica fa i tarocchi (e non sbaglia mai, ma per me è tutto un caso!), è esperta di astrologia e alchimia, è grande interprete degli eventi e ha gli occhi turchesi. Ma non sa cucinare come la Catalina del romanzo e di diverso ha altri particolari che non posso svelare!


10. Catalina legge le carte. Qual è il tuo rapporto con l’esoterismo?

Mi affascina ma fondamentalmente sono un’agnostica.


11. Cosa mi risponderebbe la Guerra se la salutassi dicendo “a presto, anzi, alla prossima avventura?”

Stasera ti porto a ballare!


12. Cosa prevedono le carte di Catalina sulle future vicende della sua più cara amica?

La Guerrera non si farà fare le carte tanto facilmente. Lei non crede in niente. Ma se Catalina la prendesse a tradimento e gliele facesse, allora uscirebbero i tarocchi del sole, delle stelle e del diavolo. In sintesi: fuoco, fuoco, fuoco.


Grazie Marilù, un fortissimo abbraccio.

Un abbraccio a te, carissima. E grazie mille per le tue belle domande.

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