10 novembre 2009

La milleduesima notte - Joseph Roth

Un'avventura erotica dello scià di Persia nella Vienna asburgica.
Un romanzo dove l'autore torna a essere la pura voce senza nome della favola e muove i suoi personaggi in una spietata partita a scacchi di cui nessuno di essi può essere consapevole e che segnerà, per tutti, la rovina.
Intatta, alla fine, rimane solo una collana di perle attorno a cui tutta la storia aveva occultamente ruotato.




Recensione

Uno degli ultimi romanzi dello scrittore e giornalista austriaco, La milleduesima notte, appare quasi in bilico tra la dimensione del testamento spirituale e la profezia apocalittica sui destini e l'eredità di un mondo, l'Austria dell'ormai ex Impero Asburgico, che nel 1939, anno di uscita del libro, sta per essere inghiottito da un baratro ancora più profondo del precedente, la follia nazista dell'Anschluss e della seconda guerra mondiale.

Il racconto è ambientato nel 1857, in un momento in cui la potenza e lo splendore dell'Impero Austro-ungarico, per quanto contestati in vari modi e luoghi, parevano ancora lontani dalla china che avrebbe portato, tra le fiamme e le macerie della Grande Guerra, alla dissoluzione degli Imperi Centrali.
Il protagonista, il barone von Taittinger, è un vacuo seduttore di popolane, privo di qualsiasi profondità esistenziale, interessato solo alla sua vita di militare. Si disinteressa del suo patrimonio e scialacqua senza rendersene neppure conto le proprie finanze, mentre la tenuta agraria da cui dipende il suo benessere va in rovina, tra contadini infedeli e amministratori predoni: è un personaggio che preannuncia e raccoglie la stolidità del Bloom di Joyce e insieme l'inettitudine dello Zeno di Svevo.
La stessa crisi intima e radicale si ritrova incarnata, come simbolo della dimensione femminile, in Mizzi Schinagl, apatica e imbambolata bellezza che pare passare nelle vicende della vita come attraverso una fitta nebbia, in uno stato quasi di trance da oppiacei: dopo aver avuto un figlio illegittimo dal barone e aver trovato una certa stabilità economica entra in un bordello, dal quale verrà prelevata per soddisfare i capricci dello scià, che la ricompensa con una favolosa collana di perle. La ricchezza raggiunta attraverso uno stratagemma furbesco ha tuttavia vita breve: la sventata Mizzi si fa truffare da un seduttore squattrinato, che le addossa la responsabilità di un traffico di falsi merletti di Bruxelles e la manda in prigione dopo un processo sensazionale.

L'atmosfera quasi onirica nella quale i due protagonisti, Mizzi e il barone, complementari e in qualche modo inestricabilmente legati, galleggiano come anime penosamente vagabonde è popolata da altri individui squallidi, come il redattore Lazik, il figlio illegittimo del barone, Xandl, la tenutaria del bordello, il commissario di polizia. Altrettanti relitti umani sbatacchiati da un destino ineluttabile sulle spiagge del Danubio, che si arrendono pavidi a un lento e doloroso declino, quasi come se quella certezza costituisse - nella sua dolorosa concretezza - un'ancora, un punto di riferimento: non provano neppure a opporsi al corso della storia, che li affonda senza rimorsi o ripensamenti.
Di loro non rimarrà che il miserabile, beffardo, ricordo nell'aneddoto della collana di perle offerta dallo scià di Persia in cambio di una notte d'amore: una cornice esotica e sognante, e allo stesso tempo ingannevole. La parabola discendente di Mizzi e del Barone trasforma la favola orientale delle mille e una notte in una curiosità da baraccone, svende la poesia riducendola allo stato degradante di una quotidianità fatta di odori da cucina, di panni umidi, di stanze fredde e mobili ammuffiti, dei deliri che spesso nelle malattie precedono la morte del paziente.
In questo caso una sorta di prefigurazione del declino del colosso asburgico, ancora inebriato dalle glorie di Radetzky e di Strauss. E una conferma della credenza superstiziosa che le perle - le uniche a sopravvivere al di fuori della dimensione illusoria - se regalate portano iella.

Dettagli del libro

  • Titolo: La milleduesima notte
  • Titolo originale: Die Geschichte der 1002. Nacht
  • Autore: Joseph Roth
  • Traduttore: Ugo Gimmelli
  • Editore: Adelphi
  • Data di Pubblicazione: 1991
  • Collana: Biblioteca Adelphi
  • ISBN-13: 9788845908354
  • Pagine: 235
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 8,00

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