13 ottobre 2009

Gli anni feroci - Riccardo Bocca

Alberto ha vissuto il suo quarto d’ora di gloria negli anni Ottanta, quando è scoppiato a ridere, davanti alle telecamere, in faccia all’uomo più potente d’Italia, Giulio Andreotti. Dopodiché il quarto d’ora si è prolungato, perché una Rai già avida di volti nuovi gli ha offerto di condurre Supersmile: un programma dal quale ha avuto soldi e il lasciapassare per il paradiso delle celebrità. Poi la trasmissione è stata soppressa e la festa è finita: di colpo.
Oggi, a quarant’anni, con un matrimonio sull’orlo del fallimento, un figlio che non sa come educare e un padre anziano nelle mani di una badante slava, Alberto si è perso. Ha provato a riciclarsi come motivatore di manager ed è strapagato per alimentare suggestioni. Ma il denaro non gli basta: ha conosciuto il successo e ha un disperato bisogno di riassaporarlo. Perciò coglie l’opportunità di aiutare un ex compagno di scuola, Massimo Dandi, a diventare sindaco di una cittadina di provincia. Siamo ai margini dell’impero, ma l’ambizione è sconfinata e per Alberto, disposto a tutto pur di risorgere, è il primo passo verso il gran ritorno.
Il romanzo di Riccardo Bocca si addentra nello sprofondo immorale dell’Italia contemporanea, offrendoci il più realistico bestiario mai letto. Alberto siamo noi, e questi anni feroci sono il nostro pane quotidiano.

Recensione

La trasformazione della società italiana sembra andare di pari passo con quella dei romanzieri che dovrebbero raccontarla: alla perdita di qualsiasi senso e/o valore che attanaglia oggi il Paese, corrisponde l'incapacità degli scrittori, di molti di essi, di prendere la parola in maniera convincente. Il rammarico, in questo caso, è "doppio" perché l'intenzione di questo romanzo era molto intrigante: raccontare attraverso un odioso protagonista proprio la trasformazione che, dagli anni '80, ha portato l'Italia all'orrorifico oggi. E neppure un giornalista, qual è Riccardo Bocca, da un osservatorio privilegiato come una redazione, è riuscito a posare uno sguardo dignitoso su ciò che voleva raccontare.

L'intero romanzo zoppica attorno a pochissimi tratti, a banali dialoghi, a situazioni che non hanno nulla da dire. Neppure un tenue raggio illumina mai la scena. Alberto, così si chiama il protagonista, è evanescente ma non nel senso di uno stile che lo caratterizzi in funzione della storia, quanto piuttosto in senso assoluto. Non lo vediamo mai, i suoi comportamenti non spiccano, non c'è uno straccio di analisi psicologica dei caratteri o delle situazioni. Tutto avviene come in un caleidoscopio: riverberi astratti e luoghi comuni che si rincorrono. Certo, qua e là, compaiono a volte dei grumi appena abbozzati che forse potevano essere buone idee ma che muoiono lì, nel volare delle pagine che non lasciano traccia, nel vento dell'inutilità. Persino l'epilogo ce lo siamo immaginati senza sorpresa già a metà del libro: il fatto che accada davvero è ancora il segno di una pochezza, di un'ispirazione davvero forzata. Persino se guardiamo l'intreccio (Alberto, grande comunicatore televisivo caduto in disgrazia, deve aiutare un suo ex compagno di gioventù a diventare sindaco di un paese di provincia per tentare di rientrare nel giro che conta) non troviamo alcuna originalità. Certo, si potrebbe dire che dovendo raccontare il "grande nulla", questo era senz'altro il modo più diretto. Ma solo il nulla, per di più profondissimo, non basta.

Dettagli del libro

  • Titolo: Gli anni feroci
  • Autore: Riccardo Bocca
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: La Scala
  • ISBN-13: 9788817035163
  • Pagine: 225
  • Formato - Prezzo: Rilegato - Euro 18.50

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