24 luglio 2009

Quello che ti meriti - Anne Holt

Una dolente, umanissima coppia di detective: l'investigatore Stubø e la criminologa Vik. Lui, che ha appena perso moglie e figlia in un incidente assurdo, sa che l'unico modo per venire a capo del caso dei bambini scomparsi è convincere Vik a partecipare alle indagini. Lei non ne ha proprio voglia, ma non può restare indifferente di fronte al crescente orrore, e alla fine accetta. Non c'è tempo da perdere, almeno finché c'è una speranza.
Quello che ti meriti è il primo di una serie di thriller investigativi che ha attanagliato i lettori di mezzo mondo per il nitore dei personaggi, la sottigliezza psicologica degna delle «grandi» del giallo inglese, il gusto per la precisione e il respiro romanzesco, che alterna i colpi di scena a una comprensione profonda e pietosa della natura umana. In un'atmosfera rarefatta dove, senza accorgersene, dalla prima all'ultima scena si trattiene il respiro.

Recensione

La ricerca del clone di Stieg Larsson (non che non ci fossero altri autori scandinavi o nord europei nei cataloghi editoriali ma l'autore della Millennium Trilogy è ormai diventato pietra di paragone) ha creato nell'editoria italiana una folle rincorsa al giallista nordico. Col rischio di prendere qualche bella, sonora cantonata.
Le prime cento pagine del libro di Anne Holt segnalano proprio questo rischio: che si prenda per buono (e si rivenda per eccellente) quel che buono non è. Negli ultimi anni Einaudi ha saputo sviluppare un clamoroso talento nel confezionamento e nell'offerta di autori e libri che, accanto a grandi capolavori (ad esempio Le correzioni di Franzen oppure molti, non tutti, i libri di McEwan), hanno preso luce riflessa che non meritavano.
La Holt, nel suo piccolo cantuccio, mi sembra far parte di questa categoria, del prodotto baciato dal marketing (meno dal pubblico, a quanto sembra) ma che risulta essere invece decisamente mediocre, con un ritmo vischioso ma laconico, lentissimo e distaccato, che pure si appiccica addosso. Sembra di trovarsi dentro un'aria umida, a maggior ragione se, dopo un centinaio di pagine appunto, non ci si rende ancora conto di cosa si stia parlando.

Certo, la trama ci ha già avvisato che ci troviamo di fronte a un rapitore seriale di bambini ma, per il resto, come una carta geografica che non porti indicazioni toponomastiche, si ha l'illusione di poter leggere il territorio mentre invece non è così. Al contrario, si crea una distanza, una separazione tra libro e lettore: una perfetta creatura postmoderna (ogni capitolo una scheggia separata e centrifuga) che non riesce a produrre alcuna partecipazione. Si gira in tondo. E in un giallo, invece, bisogna saper invitare il lettore a proseguire. Un giallo che non incuriosisce e che non spinge chi legge a voltar pagina fallisce da subito buona parte del suo scopo.

Certo, la tecnica del racconto circolare che si chiude alla perfezione c'è, ma lascia abbastanza indifferenti: in primo luogo perché l'espediente dell'epilogo è assurdo, casuale, frettoloso e, ancora una volta, sganciato da tutto; in secondo luogo perché la rarefazione del tono non ci induce ad altro che a distrarci. Insomma, scordiamoci il grande talento (anche di giornalista investigativo) di Stieg Larsson o anche quello più letterario di Mankell, che sono davvero gli autori nei quali rifugiarsi: con Anne Holt missione fallita, stavolta. Anche per l'indiscutibile Einaudi.

Dettagli del libro

  • Titolo: Quello che ti meriti
  • Titolo originale: Det som er mitt
  • Autore: Anne Holt
  • Traduttore: Luca Lamberti
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Super ET
  • ISBN-13: 9788806198640
  • Pagine: 426
  • Formato - Prezzo: Brossura - 12,00 Euro

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