23 giugno 2011

Non lasciarmi - Kazuo Ishiguro

Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.

Recensione di Sakura

In un presunto presente postguerra, tre ragazzi crescono reclusi nell’isolato collegio inglese di Hailsham, insieme a molti loro coetanei. Non hanno genitori, non hanno rapporti con l’esterno, e crescono accuditi da tutori e insegnanti. Leggiamo dunque della quotidianità di Kathy, Tommy e Ruth, raccontata dagli occhi di una Kathy ormai adulta.
La serenità del luogo è costante, ma il lettore si imbatte ben presto in termini che non comprende e che lo mettono in guardia sulla tragica verità: i ragazzi dell’istituto, infatti, così come quelli di istituti analoghi, sono donatori creati in provetta, ossia in un momento imprecisato dell’età adulta, dopo un periodo di tutoraggio di altri donatori, verranno chiamati a offrire i propri organi, uno dopo l’altro, alla comunità medica inglese. E’ questa la cura che nel dopoguerra è stata studiata per il cancro, una crudeltà politica e scientifica che la gente normale finge di non conoscere.
E la gente normale, d’altronde, non esiste in questo romanzo, che è circoscritto al solo mondo chiuso di Kathy: prima quello di Hailsham, poi quello dei centri medici in cui si occupa dei donatori, e nonostante qualche breve comparsa di un passante o di un negoziante, di fatto veniamo a conoscenza di questa società distopica solo attraverso gli occhi di chi ne è vittima o istituzione.

Tuttavia –purtroppo, almeno a mio parere- questa è solo la cornice della storia, lasciata estremamente al margine. La maggior parte del libro trascorre tra piccoli litigi e racconti di aneddoti dei personaggi da bambini o ragazzini, saltando avanti e indietro nella linea temporale, e seguendo il solo filo della graduale presa di coscienza dei protagonisti della realtà che li circonda; la crudeltà maggiore della storia, in questo senso, forse è proprio che i bambini degli istituti non sono tenuti all’oscuro di nulla: crescono con la consapevolezza di quale sarà il loro ruolo nella società da adulti, di come non potranno mai avere una famiglia né invecchiare, e la prendono come una sorte normale, come per noi lo è morire di vecchiaia, tanto da riferirsi alla morte per donazione come ‘fine del ciclo’.

Di fatto il lettore si chiede continuamente cosa ci sia dietro Hailsham, che tipo di società sia quella che permette che vengano concepiti e cresciuti esseri umani solo per fornire organi, chi abbia dato vita a tutto questo, se esista qualche donatore che abbia provato a fuggire. Ma le risposte non arriveranno mai: nonostante ci sia un colloquio finale con Miss Emily, una delle istitutrici di Hailsham, che spieghi qualche retroscena - come la funzione della Galleria, una mostra ‘leggendaria’ che tutti i bambini aspettano con impazienza, allestita con i loro lavori migliori -, la cornice resta cornice. A Ishiguro interessa solo mostrare i sentimenti dei protagonisti, così perfettamente assuefatti alla situazione da vivere la loro routine con estrema serenità, senza permettersi nessun tipo di progetto per il futuro. L’unico ansito di ricerca, peraltro soffocato, avverrà quando Tommy e Kathy si ritroveranno insieme (e mi dispiace, ma di Grandi Storie D’Amore, come proclamato dalla quarta di copertina, io non ne ho proprio viste).

Se dovessi dare un giudizio obiettivo, sarebbe un gran bel libro: il romanzo è scritto in modo impeccabile, e veramente commovente. Ma mi aspettavo qualche interazione in più tra la storia principale e la cornice, che a volte diventa quasi un mero pretesto. Coinvolgente, in ogni caso, e consigliato. Delicato e malinconico, tipicamente britannico (e sì, Kazuo Ishiguro vive in Inghilterra dalla più tenera età, e si sente eccome).

Giudizio

+3stelle+

Recensione di Valetta

Prendete in mano la vostra copia di Non lasciarmi, osservate quel cielo grigio ferro, coperto di nubi, le fronde dell'albero spazzate dal vento e la ragazza in primo piano che sembra lottare per non farsi trascinar via. Chiudete gli occhi e immaginate di essere voi stessi lì fuori in mezzo al nulla, respirate l'aria carica di pioggia, il grigiore del cielo che riflette il grigiore della vostra anima. Se ci riuscite sarete allora riusciti ad avvertire lo spirito di questo romanzo, quell'atmosfera di angoscia perfettamente controllata fino a essere soffocata, una tristezza latente che permea ogni cosa ma non trova mai sfogo, il senso di tragedia incombente verso la quale i protagonisti si dirigono con ineluttabile rassegnazione.

E' questo l'aspetto più bello e al tempo stesso il più difficile da digerire di quest'opera: ci viene raccontata una storia struggente di vite rubate e di un'evidente ingiustizia e ci si aspetta che prima o poi i personaggi si ribellino,urlino la loro frustrazione, combattano contro il destino sfavorevole. Invece Kathy, la voce narrante, ripercorre la propria vita e quella dei suoi amici d'infanzia con il tono pratico di chi ha accettato il proprio ruolo a questo mondo e non ha la minima intenzione di cambiarlo. Oltre alla trama in sé, originale e struggente, ciò che più mi è piaciuto di questo romanzo è proprio la capacità di Ishiguro di comunicare sentimenti profondi attraverso parole semplici e piccoli eventi quotidiani: non c'è nulla di urlato, nulla di esibito eppure il lettore percepisce subito le emozioni forti e contraddittorie che si agitano in Kathy e il suo complesso e tormentato rapporto con gli amici Tommy e Ruth. Allo stesso modo è evidente che l'autore voglia spingerci a riflettere su tematiche attuali come la pericolosità di un'evoluzione scientifica priva di attenzione all'etica, ma tutto ciò è reso senza che il libro si trasformi in un pamphlet politico, la realtà della clonazione rimane un elemento di contorno, solo accennato ma fondamentale.

L'unica pecca che posso trovare in questo romanzo è la mancanza di analisi del contorno sociale della vicenda. Kathy, Tommy, Ruth, così come i loro compagni, non interagiscono, se non in minima parte, con il mondo esterno, quello delle persone "vere", i non cloni. Le circostanze che hanno portato un'intera nazione ad accettare che altri esseri umani venissero creati solo per essere usati come fornitori di pezzi di ricambio non vengono mai seriamente discusse dall'autore. Se questa scelta di portare il romanzo verso uno sviluppo estremamente intimista lascia i lettori parzialmente insoddisfatti, ha però il pregio di rendere appieno l'unicità della condizione dei protagonisti, la loro invalicabile solitudine e l'ineluttabilità del loro destino.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Non lasciarmi
  • Titolo originale: Never let me go
  • Autore: Kazuo Ishiguro
  • Traduttore: Novarese P.
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: SuperET
  • ISBN-13: 9788806190453
  • Pagine: 291
  • Formato - Prezzo: Brossura - 11,00 €

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